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Il Marketing della Gentilezza
Oggi, nella giornata della gentilezza ho pensato quanto segue. Viviamo in un’epoca in cui l’attenzione vale più del denaro. Le imprese competono per un secondo del nostro sguardo, per un click, per qualche istante della nostra fiducia. Gli algoritmi cambiano, i social esplodono e poi crollano, le strategie si aggiornano in continuazione. Eppure, in mezzo a questo rumore costante, esiste un valore strategico che sembra antico e rivoluzionario allo stesso tempo: la gentilezza. Non una gentilezza superficiale, di facciata, fatta di frasi educate o sorrisi di circostanza. Sto parlando della gentilezza come leva di marketing, come competenza strategica, come metodo che permette di distinguersi, acquisire clienti, trattenerli e generare passaparola autentico.Gentilezza come potere economico, prima ancora che sociale. In un mondo che corre, chi sa rallentare e creare relazione vince. Perché parlare di “Marketing della Gentilezza”? Perché i consumatori non sono mai stati così sensibili al modo in cui vengono trattati.Il prodotto conta, certo. Il prezzo ha la sua logica. La promozione serve.Ma oggi – e lo vedi ogni giorno con la tua esperienza nel marketing, nella vendita e nel digitale – la differenza non la fa ciò che vendi.La differenza la fa come fai sentire le persone. La gentilezza non è un valore morale. È una strategia competitiva. Le persone ricordano ciò che suscita emozioni.E tra tutte le emozioni, quelle più potenti non sono sempre quelle spettacolari, bensì quelle sottili: - sentirsi ascoltati - sentirsi considerati - sentirsi rispettati - sentirsi accolti - sentirsi importanti Quando un brand riesce a generare queste sensazioni, smette di essere “uno dei tanti” e diventa l’unico nella mente del cliente. Quando il marketing ha smesso di essere umano Negli ultimi vent’anni il marketing si è trasformato.Prima era comunicazione.Poi è diventato automazione.Ora, spesso, è diventato quasi “aggressione”:banner ovunque, email senza senso, video che partono da soli, promesse esagerate, manipolazioni emotive.
Il Marketing della Gentilezza
Grazie ragazze. Io stesso l'ho sempre applicata (naturalmente direi) alle mie attività, ed ha sempre dato risultati positivi. Come potrebbe essere il contrario?! Tuttavia non bisogna utilizzarla come una fredda tecnica, altrimenti si vedrà e si sentirà facilmente.
Parlare in pubblico: perché è la vera chiave tra vendite e gentilezza
Quando si parla di public speaking, molte persone pensano subito a palchi, microfoni e grandi eventi. In realtà, parlare in pubblico è una competenza molto più quotidiana di quanto sembri. Ogni volta che presenti un’idea, spieghi un servizio, fai una diretta social, registri un video o parli con un cliente, stai già facendo public speaking. La domanda vera non è se parli in pubblico, ma come lo fai. Ed è qui che entrano in gioco due concetti che porto avanti da anni: “Vendere così funziona” e “Il Marketing della Gentilezza”. Public speaking e vendita: un legame diretto Vendere non significa convincere qualcuno a fare qualcosa controvoglia. Vendere significa aiutare le persone a capire se ciò che offri è giusto per loro.Per farlo, serve chiarezza. E la chiarezza passa dalla comunicazione. Un buon public speaker: - sa spiegare concetti complessi in modo semplice - trasmette sicurezza senza arroganza - guida l’ascoltatore verso una decisione consapevole In Vendere così funziona spiego proprio questo: la vendita efficace nasce dalla fiducia, non dalla pressione. Se non sai parlare in modo chiaro, autentico e strutturato, anche il miglior prodotto rischia di non essere percepito come valido. La gentilezza non è debolezza, è strategia Qui entra in gioco il Marketing della Gentilezza. Essere gentili non significa essere molli. Significa mettere l’altra persona al centro della comunicazione. Nel public speaking la gentilezza si manifesta in tanti piccoli dettagli: - il tono della voce - il ritmo con cui parli - la capacità di ascoltare le reazioni del pubblico - l’uso di esempi concreti invece di parole vuote Quando parli con gentilezza, le persone si sentono accolte. Quando si sentono accolte, abbassano le difese. E quando le difese si abbassano, la comunicazione diventa efficace.
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Parlare in pubblico: perché è la vera chiave tra vendite e gentilezza
L’empatia operativa: quando la gentilezza diventa azione
L’empatia è una parola bellissima, ma spesso rimane sospesa in aria come un concetto astratto. Quando dici “empatia”, tutti annuiscono. Tutti la riconoscono come valore, tutti la apprezzano, molti dicono di averla. Ma nella pratica, nella vita reale, nel lavoro quotidiano, quanti riescono davvero a tradurre l’empatia in comportamento? Pochi. Ed è proprio qui che nasce la differenza tra empatia emotiva ed empatia operativa. Nel marketing della gentilezza, l’empatia non è solo la capacità di capire come si sente l’altro. Questa è la base, certo. Ma l’empatia che fa davvero la differenza è quella che si vede. Quella che diventa azione. Quella che trasforma lo stato d’animo di una persona nel modo in cui la tratti, in ciò che dici o scegli di non dire, nel come intervieni per aiutarla. L’empatia operativa è un comportamento, non un’emozione. L’empatia non è “capire”, ma “far sentire capito” Questa è forse la differenza più importante. Molte persone credono che basti comprendere un cliente, un follower, un collaboratore per dimostrare empatia. In realtà, ciò che conta non è ciò che capisci tu, ma ciò che sente l’altro. Il cliente deve percepire che tu hai capito. Il follower deve avvertire che tu sei con lui. La persona deve sentirsi accolta, non analizzata. E questa percezione nasce da piccoli gesti concreti: - rispondere in modo chiaro e non frettoloso - riconoscere l’emozione dell’altro (“Capisco il tuo dubbio…”) - usare parole che rassicurano, non che aumentano la tensione - evitare i tecnicismi quando non servono - prendersi qualche minuto in più per spiegare meglio Sono cose semplici, ma potentissime. L’empatia operativa è misurabile Questa è una rivelazione che spesso sorprende imprenditori e creator. Pensano che l’empatia sia qualcosa di astratto, difficile da quantificare. In realtà, l’empatia operativa si misura concretamente su: - tempo di risposta - tono della risposta - chiarezza del linguaggio - capacità di anticipare le obiezioni - disponibilità a risolvere con calma - personalizzazione della comunicazione
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L’empatia operativa: quando la gentilezza diventa azione
L'ascolto nel Marketing della Gentilezza
L’ascolto: la vera arma segreta del marketing moderno C’è una frase che ripeto spesso ai miei clienti, ai creator con cui lavoro e alle persone che seguo nei miei percorsi: “Chi sa ascoltare, vende senza vendere. ”Sembra paradossale, vero? Eppure, se guardiamo sinceramente come si muove il mercato, è la pura verità. Viviamo in un mondo in cui tutti parlano. Tutti postano. Tutti comunicano. Tutti “urlano” nella speranza di farsi sentire. Ma quasi nessuno ascolta. Ed è proprio questo il vantaggio: l’ascolto è diventato una risorsa rara. E come tutte le risorse rare, ha un valore enorme. L’ascolto nel marketing non è un gesto passivo. Non è stare fermi in attesa che l’altro finisca. Non è annuire mentre si prepara già la risposta nella testa. L’ascolto autentico è un atto attivo, una forma di attenzione totale, un modo di incontrare davvero l’altro. È accogliere, non solo sentire. È comprendere e non solo interpretare. È entrare in relazione, non solo prendere informazioni. Quando ascolti davvero, le persone lo percepiscono. Lo sentono, si rilassano e si aprono. Ed è lì che nasce la fiducia. Perché la verità è semplice: ci fidiamo di chi ci capisce, non di chi ci parla sopra. L’ascolto come base della relazione In qualunque ambito – business, contenuti, coaching, vendita, customer care – l’ascolto è la prima forma di gentilezza. È dire all’altro: “Tu conti. Quello che provi è importante. Le tue domande sono legittime. Io sono qui.” Non esiste esperienza cliente memorabile senza ascolto. Non esiste brand amato senza ascolto. Non esiste creator seguito a lungo senza ascolto. Le persone non cercano qualcuno che sappia tutto. Cercano qualcuno che le faccia sentire viste. Ascoltare nel marketing significa leggere oltre le parole Quando un cliente dice: “Ci devo pensare”, spesso non sta dicendo quello che sembra. Quando un follower scrive: “Non ho capito”, non chiede solo una spiegazione. Quando qualcuno smette di rispondere, non sempre significa disinteresse. L’ascolto vero passa anche dai silenzi. Dai dubbi e dalle esitazioni, dai feedback non detti.
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L'ascolto nel Marketing della Gentilezza
La Sincerità nel Marketing della Gentilezza
La verità che attrae più di qualsiasi promessa La sincerità è una di quelle qualità che tutti dicono di apprezzare, ma che pochi hanno il coraggio di praticare davvero, soprattutto nel marketing. Viviamo in un’epoca in cui tutto sembra confezionato, levigato, perfetto. Le aziende mostrano la versione migliore di sé. I creator mostrano solo i momenti vincenti. I professionisti comunicano risultati straordinari e mai un tentennamento. Eppure, paradossalmente, proprio questa perfezione artificiale sta allontanando le persone invece di avvicinarle. La sincerità oggi è diventata ribellione, è diventata differenziazione, è diventata una delle forme più convincenti di comunicazione. Ed è affascinante osservare come, nel marketing della gentilezza, la sincerità non sia semplicemente “dire la verità”, ma un vero e proprio atto strategico di fiducia. Un ponte. Una mano tesa. Un modo per dire: “Io ci sono. E ci sono davvero.” La sincerità non è un rischio: è una forza magnetica Partiamo da qui. Molti imprenditori e creator credono che essere sinceri li renda vulnerabili. Hanno paura che mostrare un limite, un errore, un’imperfezione possa far perdere credibilità. In realtà la sincerità produce l’effetto opposto: aumenta la credibilità in modo esponenziale. Perché? Perché la sincerità è rassicurante. Quando qualcuno ti parla in modo trasparente, senti immediatamente che non ti sta manipolando. Senti che non ti sta spingendo. Senti che puoi fidarti. E la fiducia, nel marketing moderno, vale più di qualsiasi tattica di persuasione. Le persone non cercano la perfezione, cercano l’autenticità. Preferiscono un professionista che dice “qui possiamo lavorare meglio” a uno che promette miracoli. Preferiscono un creator che ammette una difficoltà a uno che finge che tutto sia semplice. Preferiscono un’azienda che si scusa con sincerità a una che finge che non sia successo nulla. La sincerità crea connessione emotiva Questo è forse il punto più importante. La sincerità non comunica solo informazioni: comunica intenzione. E l’intenzione è ciò che fa la differenza tra una vendita forzata e una vendita naturale.
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La Sincerità nel Marketing della Gentilezza
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Sandro Mauro Cottarelli
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@sandro-mauro-cottarelli-3708
Business Coach, oltre 30 anni di esperienza. Aiuto persone e aziende a lanciare o rilanciare il loro business online con il mio Metodo "IORILANCIO!"

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