IL GIOCO DELLA VITA (E COME GIOCARLO) Florence Scovel Shinn
Un classico senza tempo della manifestazione Pubblicato nel 1925, "Il Gioco della Vita e Come Giocarlo" è uno dei testi fondamentali del pensiero positivo e della legge di attrazione, scritto decenni prima che questi concetti diventassero popolari. Florence Scovel Shinn, artista e insegnante metafisica americana, ha condensato in questo piccolo ma potente libro i principi universali che governano la creazione della nostra realtà. L'autrice e il suo approccio Florence Scovel Shinn aveva un dono straordinario: la capacità di tradurre concetti spirituali complessi in un linguaggio semplice, accessibile e spesso ironico. Il suo approccio unisce saggezza biblica, principi metafisici e osservazioni pratiche della vita quotidiana. Non era una teorica, ma una praticante che testava personalmente ogni principio prima di insegnarlo. Il suo stile è diretto, a volte umoristico, sempre compassionevole. Attraverso storie reali di persone che hanno applicato con successo questi principi, condivide invece di predicare. Il concetto centrale: la vita come gioco Il titolo stesso è rivelatore. Florence vede la vita non come una battaglia da combattere o una sofferenza da sopportare, ma come un gioco da giocare con maestria. E come in ogni gioco, ci sono regole precise. Chi le conosce e le applica, vince. Chi le ignora, continua a perdere senza capire perché. Lo scopo di questo gioco non è accumulare ricchezze o potere fine a se stesso, ma raggiungere quello che lei chiama il "posto giusto" - quella condizione di vita in cui sei perfettamente allineato con il tuo scopo, circondato dalle persone giuste, facendo il lavoro che ami, vivendo nell'abbondanza naturale che ti spetta. I principi fondamentali Il potere della parola Florence dedica ampio spazio al potere creativo delle parole. Secondo lei, ogni parola che pronunciamo è un decreto, un comando inviato all'universo. Le nostre parole sono come semi piantati nel terreno fertile del subconscio, che germoglieranno inevitabilmente in esperienze concrete. Per questo insiste sull'importanza di parlare solo di ciò che vogliamo manifestare, mai di ciò che temiamo.